marchio dell'associazione engramma
locandina

I figli di Edipo

27 marzo 2014, Teatro Carlo Goldoni, Venezia ore 20.30

in Variazioni sul Mito 2013-2014

 

 

Lettura teatrale con Eleonora Panizzo e Giorgio Sangati

 

Testo con brani tratti da: Eschilo, Sofocle, Euripide, Lucrezio, Seneca, Gregorio di Nazianzo, William Shakespeare, James Joyce, Dino Campana, Marguerite Yourcenar, Jean Paul Sartre, Robert Brasillach, Ioannis Ritsos, Jean Anouilh, Heinrich Böll, Pier Paolo Pasolini, Gilbert Adair, Amélie Nothomb, Wajdi Mouawad 

 

A cura del workshop labΔrama - Iuav | drammaturgia del Mito
Anna Bazzo, Giorgia Cabianca, Luca Iuorio, Camilla Leonardi, Francesca Mignemi, Ilaria Mustardino, Marco Piccoli, Giulia Poles.
Coordinamento Monica Centanni, Maddalena Mazzocut-Mis, Daniela Sacco.

 

 

Eteocle, Polinice, Antigone, Ismene: una variazione del mito dei quattro fratelli, i figli di Edipo, stretti dal legame indissolubile nel nome del marchio genetico del male, è raccontata nel dialogo serrato che li coinvolge, due a due, in tre momenti diversi della loro storia dannata.
 

Scena prima: Ismene e Polinice. A Tebe, prima della scoperta della vera identità di Edipo, prima del suicidio della madre e dell'esilio del padre, la quotidianità giocosa e spensierata dei fratelli è un paradiso in terra che coinvolge in modo simbiotico i quattro adolescenti. Ma nel dialogo tra Ismene e Polinice, i fratelli più deboli, emergono già evidenti i segni di un eccesso di endogamia.
 

Scena seconda: Antigone e Eteocle. Nella città marcia dalla peste e assediata dalla guerra, il volto del fratello è diventato ormai il volto del nemico. L'inflessibile Antigone è una Lady Macbeth assetata di potere che incita Eteocle, il fratello amato di un amore più che fraterno, alla spietata conservazione del potere.

 

Scena terza: Antigone e Polinice. Nella prima notte di quiete dopo la fine della guerra, nella città segnata dal conflitto e dalla morte dei fratelli nel duello fratricida, Polinice torna come fantasma di sogno per chiedere pietà alla sorella Antigone: per convincerla a "fare la sua parte" nella tragedia.